Dal Vangelo di Marco (16,15-18)
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni
creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà
condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che
credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue
nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non
recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Come vivere questa Parola?
Paolo è colui che ha fatto uscire i discepoli di Gesù di Nazareth dalla piccola
cerchia di Gerusalemme per spingerli fino ai confini del mondo. E’ colto,
preparato, ha un forte spessore interiore, una salda vita di fede. Il suo
problema da ortodosso osservante della Legge di Mosé è proprio quello di uno
zelo eccessivo che lo spinge a vedere la violenza come modo di riportare alla
fede giudaica la piccola setta cristiana. Ma la caduta sulla via di Damasco
cambia la sua prospettiva. Sarà lasciandosi coinvolgere dalla vita della
Comunità che maturerà la fede in Gesù. Come noi non ha mai conosciuto Gesù
di persona, come noi dovrà recuperare la fede in lui attraverso un intervento di
un Anania, che emerge come una figura fragile e timorosa della prima
comunità. Tra i prodigi che Gesù promette a coloro che credono in lui, il più
grande è certamente la forza della sua grazia, che può far diventare apostolo
persino un feroce assassino.