DAL VANGELO DI GIOVANNI (14,15-16,23b-26)
15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16 e io pregherò il Padre ed
egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 23 Gli rispose
Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi
verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24 Chi non mi ama, non
osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre
che mi ha mandato.
25 Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26 Ma il Paràclito, lo
Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e
vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Come vivere questa Parola?
Lo Spirito Santo non è il nostro spirito, eppure di quello Spirito noi abbiamo
bisogno, estremo bisogno, per non corromperci di più; ed allora la cosa più
ragionevole è domandarlo, cosa ragionevole è essere mendicanti di Spirito
Santo; pregarlo, chiederlo senza stancarci e senza posa: “Vieni, Spirito Santo!
Vieni, non possiamo fare senza di te!” Chiederlo, e ascoltarlo. Lo Spirito ci
parla. Che cosa sono i buoni impulsi che ci sorgono talvolta improvvisi nella
mente e nel cuore a dire una preghiera, a desiderare il Signore, a fare
un’offerta un povero, ad andare a fare visita ad un anziano o ad un ammalato;
certi avvertimenti a tenerci lontani da situazioni moralmente pericolose in cui
potremmo facilmente cadere e peccare? Sono quelle che sono chiamate le
‘buone ispirazioni’, la voce dello Spirito Santo che ci parla e ci chiama. A quella
voce occorre offrire silenzio, attenzione, ascolto, perché è una voce delicata,
gentile e rispettosa, che non vuole imporsi e forzare. Ascoltare la voce, e
obbedirle. Obbedire, perché lo Spirito Santo possa operare in noi.
Sperimenteremo che è fortissimo, potente, capace di farci migliori e santi; di
santi egli ne ha fatti molti lungo la storia!