Vangelo 15 luglio

Dal Vangelo di Matteo (12, 1-8)
  1  In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi
discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a
mangiarle.  2 Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno
facendo quello che non è lecito fare di sabato».  3 Ma egli rispose loro: «Non
avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero
fame?  4 Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui
né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti.  5 O non avete
letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il
sabato e tuttavia sono senza colpa?  6 Ora io vi dico che qui vi è uno più grande
del tempio.  7 Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e
non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa.  8 Perché il Figlio
dell’uomo è signore del sabato».
Come vivere questa Parola?
La vera misura dell’osservanza del sabato, cioè del proprio rapporto con Dio,
non è il culto con tutte le sue prescrizioni, ma la misericordia che si manifesta
nelle opere d’amore verso i bisognosi. Per Dio la realtà più importante è
l’uomo. L’uomo è più importante del tempio e più importante del sabato. I
farisei di allora e quelli di tutti i tempi partivano da un principio che sembra
assolutamente giusto, ma che è completamente sbagliato: Dio è superiore
all’uomo, quindi prima viene l’onore di Dio, poi il bene dell’uomo. A questo
ragionamento soggiace la convinzione che l’onore di Dio, che è amore, possa
trovarsi in conflitto col bene dell’uomo. La gloria di Dio, invece, è sempre il
bene dell’uomo, come ci ricorda sant’Ireneo:” La gloria di Dio è l’uomo
vivente”. La signoria di Dio, padrone del sabato, si manifesta nell’amore e
quindi la vera osservanza del sabato dev’essere una celebrazione dell’amore di
Dio per l’uomo e dell’uomo verso il suo simile. La religione non consiste
nell’osservanza arida e ossessiva della legge, ma nell’accogliere la misericordia
di Dio e nel donarla agli altri.

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