Carissimi sorelle e fratelli parrocchiani.
Con l’Avvento la Chiesa incomincia il nuovo anno liturgico, l’anno costituito dalla memoria della vita, della morte e della risurrezione del Signore Gesù. Passeremo il tempo a ricordare i misteri, i gesti di Cristo, ma non come avvenimenti ormai lontani, sepolti nel passato: la grazia e il valore di quello che il Signore ha compiuto rimane ancora. Per questo, mentre celebriamo le feste dell’anno liturgico, cresce la nostra conformità a Gesù Cristo (o, perlomeno, lo speriamo), che rimane il Signore del tempo, che non tramonta e non invecchia mai e che, durante i giorni dell’anno della Chiesa, ritroviamo specialmente nel sacra-
mento del suo Corpo e del suo Sangue.
L’Avvento ha la durata di circa quattro settimane e gravita sul Natale di Gesù, essendone in qualche modo la preparazione spirituale. In queste settimane riascoltiamo la voce dei profeti che hanno annunziato la venuta del Salvatore; riviviamo l’attesa e la speranza dei giusti dell’Antico Testamento e la fede delle persone che hanno partecipato al compiersi delle promesse: Giovanni Battista, la Vergine Maria, Giuseppe.
Come comunità parrocchiale, viviamo l’Avvento e il Natale di quest’anno in continuità con il cammino sinodale che ci vede coinvolti nel cantiere dell’ospitalità e della casa. Abbiamo scelto di mettere al centro delle nostre celebrazioni il segno della mangiatoia. Nella notte di Betlemme ha accolto Gesù appena nato: sua madre Maria “diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia” (Lc 2,7). Questo segno umile e povero, ma ricco di amore, accoglie Gesù, il Figlio di Dio; gli fa spazio; custodisce delicatamente la sua presenza; diventa la sua culla e lo presenta a chi, come i pastori e i Magi, in quella notte si muove per incontrarlo, adorarlo e portargli doni. Anche noi desideriamo che il nostro sguardo sia attirato da Gesù, perché è Lui il solo che può dare senso alle giornate, alle relazioni, alle gioie e alle fatiche di ciascuno. E a partire dalla mangiatoia vogliamo impegnarci a diventare “un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32), perché la nostra comunità parrocchiale non sia solo luogo di azione, ma luogo di relazione fraterna e costruttiva. E’ la nostra conversione pastorale.
Se, certo, il Signore è venuto a Betlemme duemila anni fa nell’umiltà della carne, non cessa ora di venire nella nostra quotidianità. Il tempo dell’Avvento, dunque, ci rende attenti, vigili, per non lasciar passare invano la presenza di Cristo, che bussa alla nostra porta, che ci invita al suo banchetto. Per questo l’attesa dell’Avvento va vissuta con atteggiamento di preghiera incessante: chi prega, vigila ed è pronto a ricevere Gesù che si affaccia con l’offerta della sua amicizia e del suo Spirito di santità. Riusciremo, in mezzo a corse per i regali, o nel negozio o al supermercato perché sulla tavola di Natale non manchi nulla, a dedicare del nostro tempo al Signore?
Alcuni minuti solo per Lui, solo con Lui, per invocarlo con tutto il nostro cuore: Vieni, Signore Gesù! La mangiatoia ha fatto spazio a Gesù: tu sei disposto a fare altrettanto?
Da Venerdì 16, alle ore 7.00, inizierà la Novena di Natale, nella quale sarà cantata la supplica per la venuta di Gesù, l’eterno Presente nella nostra storia. La preghiera della Novena alimenterà la gioia dell’attesa e il
desiderio di fermarsi ad adorare il Signore della nostra vita.
Vi segnalo anche un’iniziativa che ci porterà in alcune strade del nostro quartiere: “Aria di Natale”. Il 16, 20 e 22 Dicembre, alle ore 19.00, rispettivamente in Via Andrea Doria, Piazza Prati degli Strozzi e via San Tommaso d’Aquino/angolo via Trionfale, celebreremo l’attesa del Natale con canti, preghiere per la pace e musica natalizia. Siamo tutti invitati a partecipare: vogliamo vivere come comunità parrocchiale un’esperienza di Chiesa “in uscita” e i canti, secondo noi, rappresentano un positivo strumento di condivisione con chi non è abituato a frequentare la Chiesa. La musica e le voci hanno qualcosa di divino, soprattutto a Natale e le canzoni di Natale hanno la capacità di unire le persone (credenti e non credenti, giovani e anziani…). Ci sarà spazio per brevi riflessioni e preghiere per chiedere a Gesù bambino il dono della pace per l’Ucraina e il mondo intero, perché riempia il nostro cuore della sua Pace, la Pace vera e profonda che noi tutti aspettiamo, una pace frutto del suo amore, una pace che ci spinge ad essere u cuore solo e un’anima sola.
Concludo rinnovando la certezza che anima l’attesa dei credenti: «Dio è con noi ». Vivere nella fede e con frutto il tempo dell’Avvento – come pure il tempo della vita – non è soltanto uno sforzo della volontà umana. C’è una certezza che anima la speranza e le attese del credente: Dio è con noi. Ciò, appunto, che la liturgia del Natale ci fa celebrare.
Buon cammino!
Don Tommaso
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