Dal Vangelo di Matteo (17, 10-13)
10 Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire
Elia?». 11 Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. 12 Ma io vi dico: Elia è già venuto e
non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio
dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». 13 Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di
Giovanni il Battista.
Ascoltiamo la Parola
Difficile riconoscere i messaggeri di Dio. È difficile vedere veramente l’opera di Dio negli altri e
attraverso gli altri! Come mai? Perché guardiamo agli esseri, agli eventi, con il nostro ragionamento
umano, con ciò che costituisce i valori del mondo, della società in cui viviamo. Gesù lo sa bene
perché ha detto che anche lui non sarebbe stato riconosciuto, che sarebbe stato rifiutato e avrebbe
avuto molto da soffrire. Conosceva bene il cuore dell’uomo. Avvertì i suoi discepoli. Certamente
questo testo riguarda anche noi oggi. Riconosciamo l’opera di Dio nei cuori e nelle vite di tutti
coloro che ci circondano? Sappiamo anche vedere l’opera di Dio nel nostro cuore, nella nostra vita?
Perché se è vero che Gesù venne ad abitare in Palestina, che là soffrì e che là morì, è altrettanto vero
che è risorto e che vuole fare la sua casa in noi, nel nostro cuore, qualunque cosa accada mondo in
cui viviamo.