Carissimi sorelle e fratelli parrocchiani,
stiamo percorrendo i cinquanta giorni da Pasqua a Pentecoste. Stiamo meditando i vangeli di Pasqua e alcuni racconti degli Atti degli Apostoli. Spero che, lungo il cammino della risurrezione, ciascuno di noi possa sperimentare la nuova vita della risurrezione e che si metta in contatto con le possibilità che Dio ci ha donato e con la gioia che compare ogni volta che qualcosa ci riesce, ogni volta che la vita in noi fiorisce. Ogni tempo dell’anno liturgico è un esercizio nella crescita umana. Nel tempo di Avvento e di Natale si tratta del nuovo inizio che noi celebriamo nella nascita di Gesù. In Quaresima si tratta di esercitarsi nella libertà interiore e nella riconciliazione con il dolore che pure fa parte della nostra vita. Nel tempo di Pasqua si tratta di sviluppare la nuova vita che è sbocciata nella risurrezione di Gesù e si compie nell’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, che questo anno celebreremo domenica 28 Maggio (preceduta dalla Novena).
Nel tempo di Pasqua dovremmo esserci messi in contatto con la gioia che si trova nel fondo del nostro cuore, ma che spesso è coperta da esperienze di dolore oppure dalla nostra insoddisfazione. La gioia è una fonte di vita, che guarisce le nostre ferite e ci dona il gusto di vivere. Senza la fonte della gioia la nostra vita diventa insipida.
Percorrere in modo cosciente la strada della risurrezione è come percorrere una strada verso una vitalità, una libertà, una gioia e un amore sempre maggiori. Chi percorre la via della risurrezione in modo cosciente, sperimenta il centro della vita cristiana, il mistero della morte e risurrezione di Gesù, dell’ascensione di Cristo al cielo e dell’effusione dello Spirito. E nello stesso tempo è introdotto nel mistero dell’autorealizzazione umana. Anche la via che ci porta a realizzare la nostra umanità passa attraverso momenti di salita, di caduta, sepoltura, attraverso momenti in cui ci si alza, si parte, ci si congeda, attraverso il cielo che è in noi, attraverso l’esperienza del maestro interiore che è lo Spirito Santo, effuso in noi, e che fa in noi fiorire la vita, che sviluppa le nostre capacità e le nostre possibilità. Nei racconti di risurrezione abbiamo incontrato persone che reagiscono in modo diverso all’esperienza della risurrezione. Dubitano, hanno paura, si scherniscono contro la pretesa di alzarsi,
protestano contro lo Spirito che vuole trasformarle. Molte, però, alla fine sono vinte dalla forza della risurrezione e avvolte dalla vitalità dello Spirito Santo. In queste persone noi troviamo ancora noi stessi. Vogliono incoraggiarci perché troviamo anche noi la strada della risurrezione e del compimento al di là dei nostri dubbi e delle nostre paure, perché Pasqua e Pentecoste avvengano anche nella nostra concreta vita di ogni giorno e trasformino la nostra vita. Auguro che la via della risurrezione ci conduca alla pienezza della vita che Cristo ci ha promesso e che la chiesa celebra nel tempo di Pasqua, che la gioia della Pasqua ci travolga e ci ravvivi e possiamo sperimentare questa gioia non solamente tra Pasqua e Pentecoste, ma durante tutto l’anno, soprattutto nelle domeniche, nelle quali ricordiamo in modo particolare la risurrezione di Gesù.
Anche questo anno, nel mese di maggio, saremo coinvolti nella preghiera mariana del Rosario, che rafforza il nostro legame a Maria, madre di Gesù e Madre nostra (ogni giorno, alle 17.30, in Basilica). Nella prospettiva di una chiesa in uscita, Sabato 27 viene proposto alla comunità il pellegrinaggio notturno alla Madonna del Divino Amore, e Martedì 30 la celebrazione della santa Messa in onore di Maria, in Piazza Prati degli Strozzi, insieme ai fedeli della Parrocchia di santa Lucia. Anche i bambini, i ragazzi e i genitori saranno sensibilizzati alla devozione mariana con un momento di preghiera in oratorio ogni giorno, e a casa con la Madonna pellegrina. A Maria affidiamo in modo particolare i bambini che riceveranno nelle prossime settimane rispettivamente i sacramenti della Confessione e dell’Eucarestia.
Lunedì 8 Maggio (giorno dedicato alla Supplica alla Madonna di Pompei) vivremo una particolare esperienza di preghiera mariana: 1000 Ave Maria recitate per tutto il giorno attraverso la preghiera del Rosario comunitario (20 in tutto, dalle 8.00 alle 21.00: ognuno può scegliere l’orario in cui pregarlo). La devozione delle 1000 Ave Maria risale a Santa Caterina da Bologna. La Santa era solita recitare mille Ave Maria la notte di Natale, a ricordo di un’apparizione della Vergine avvenuta nella notte del 25 dicembre 1445, mentre era assorta nella contemplazione del mistero della nascita di Gesù: la Madonna le porse il Bambino Gesù fra le braccia (come lei stessa si esprime) «per lo spazio dì una quinta parte di un’ora». In Europa, secondo un’antica tradizione, quando si voleva chiedere una grazia alla Madonna, si aveva l’abitudine di offrirle mille Ave Maria in una festa mariana o alla vigilia. Vogliamo come comunità donare alla nostra Mamma 1000 Ave Maria, offrendole la nostra preghiera anche per alcune intenzioni: per la Chiesa, per la pace, per gli ammalati, per le nostre famiglie, per gli anziani…
Concludo con le parole di Papa Francesco: “L’intercessione di Maria ci ottenga la prontezza nel proferire il nostro Eccomi alla chiamata del Signore e la gioia di metterci in viaggio, come Lei, per annunciarlo al mondo intero”
Don Tommaso
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