Vangelo 9 ottobre

Luca 10, 25-37
25 Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo
fare per ereditare la vita eterna?».  26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come
leggi?».  27 Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima,
con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».  28 Gli disse: «Hai
risposto bene; fa’ questo e vivrai». 29 Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio
prossimo?».  30 Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei
briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo
morto.  31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò
oltre.  32 Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre.  33 Invece un Samaritano, che era in
viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.  34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite,
versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di
lui.  35 Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui;
ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno».  36 Chi di questi tre ti sembra sia stato
prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?».  37 Quello rispose: «Chi ha avuto
compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Ascoltiamo la Parola
Signore, in questo giorno e in ogni altro giorno, dammi occhi per guardare i miei fratelli e sorelle
emarginati e sofferenti. Dammi un cuore per vederti e amarti in tutte le persone; insegnami a
tendere loro una mano e a pregare per loro. In un’omelia su questa parabola, Papa Francesco ha
detto: Il sacerdote e il levita vedono, ma non sanno; guardano, ma non pianificano. Tuttavia, non
esiste vera adorazione se non si traduce in servizio agli altri. Non dimentichiamolo mai: di fronte
alla sofferenza di tante persone stremate dalla fame, dalla violenza e dall’ingiustizia, non possiamo
restare spettatori.

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