Vangelo 26 ottobre

Luca 13,1-9
1 In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato
aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che
quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? 3 No, vi dico, ma se
non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4 O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di
Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5 No, vi
dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». 6 Disse anche questa parabola: «Un
tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7 Allora disse al
vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo.
Perché deve sfruttare il terreno? 8 Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io
gli zappi attorno e vi metta il concime 9 e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo
taglierai».

Ascoltiamo la Parola
Nella sua semplicità questa parabola ci dice molte cose. Il fico sterile rappresenta il popolo di Dio,
come si legge in Geremia: “Non c’è più uva sulla vite né fichi sul fico, anche le foglie sono
avvizzite” (8,13); rappresenta anche ogni persona, come afferma Giobbe: “La stirpe dell’empio è
sterile” (15,34). Una sterilità ostinata, perché da tre anni il padrone cerca fichi senza trovarne. Sarà
tagliato quell’albero? Davanti a chi pensa che il tempo della misericordia è finito, ormai è troppo
tardi e la pazienza di Dio si è esaurita, Gesù afferma che è concesso a tutti un altro anno, perché lui
è venuto “a proclamare l’anno di grazia del Signore” (Lc 4,19). È dunque dato un ‘tempo
favorevole’. “Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito … Ecco ora il momento
favorevole…” (2Cor 6,1-2). La parabola ci insegna che Dio ci concede un’altra opportunità. Il
tempo della misericordia si allunga per renderci possibile il cambiamento, non perché lo
rimandiamo sempre a un altro giorno.

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