Luca 21,5-11
5 Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano,
disse: 6 «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non
venga distrutta». 7 Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò
sta per compiersi?». 8 Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio
nome dicendo: “Sono io” e: “Il tempo è prossimo”; non seguiteli. 9 Quando sentirete parlare di
guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà
subito la fine». 10 Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, 11 e vi
saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni
grandi dal cielo.
Ascoltiamo la Parola
Così, senza che ce ne accorgiamo, dentro la nostra testa troviamo l’equazione “grande fede = molto
impressionante”. Ma il vangelo di oggi ci mette in guardia: «badate di non lasciarvi ingannare». Di
questo imponente «tempio» di costruzioni mentali non resterà «pietra su pietra». Ma cos’è che
demolisce le nostre aspettative cinematografiche su Dio? Il banale quotidiano. È facile essere degli
eroi quando si hanno dei superpoteri, all’interno di una narrazione dove si comprende chiaramente
chi è il buono e chi è il cattivo. Ma la nostra vera grandezza sta nel fatto che di superpoteri non ne
abbiamo e che siamo chiamati ogni giorno a discernere tra il bene e il male, il grano e la zizzania
entrambi piantati nella nostra vita. Sì, questa è la nostra grandezza: siamo capaci di trasformare il
presente, la monotona e piatta routine giornaliera, in occasione di servizio e di attenzione a Dio, al
prossimo, al creato. Questo è il nostro straordinario quotidiano.