Vangelo 14 dicembre

Matteo 17,10-13
10 Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire
Elia?». 11 Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. 12 Ma io vi dico: Elia è già venuto
e non l’hanno riconosciuto; anzi, l’hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo
dovrà soffrire per opera loro». 13 Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il
Battista.

Ascoltiamo la Parola
La Scrittura ci presenta Elia come un uomo dalla fede cristallina. Ma anche lui sarà messo a dura
prova, e rimarrà fedele. La preghiera è la linfa che alimenta costantemente la sua esistenza.
Nell’animo di chi prega, il senso della propria debolezza è più prezioso dei momenti di esaltazione,
quando pare che la vita sia una cavalcata di vittorie e di successi. Nella preghiera succede sempre
questo: momenti di preghiera che noi sentiamo che ci tirano su, anche di entusiasmo, e momenti di
preghiera di dolore, di aridità, di prove. La preghiera è così: lasciarsi portare da Dio e lasciarsi
anche bastonare da situazioni brutte e anche dalle tentazioni

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