Luca 1, 26-45
26 Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata
Nazaret, 27 a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome
della vergine era Maria. 28 L’angelo, entrato da lei, disse: «Ti saluto, o favorita dalla grazia; il
Signore è con te». 29 Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale
saluto. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco, tu
concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. 32 Questi sarà grande e sarà chiamato
Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. 33 Egli regnerà sulla
casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». 34 Maria disse all’angelo: «Come
avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?» 35 L’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo
verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò, anche colui che nascerà
sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. 36 Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio
nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile; 37 poiché nessuna
parola di Dio rimarrà inefficace». 38 Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto
secondo la tua parola». E l’angelo la lasciò. 39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella
regione montuosa, in una città di Giuda, 40 ed entrò in casa di Zaccaria e salutò
Elisabetta. 41 Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed
Elisabetta fu piena di Spirito Santo, 42 e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne, e
benedetto è il frutto del tuo seno! 43 Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da
me? 44 Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il
bambino mi è balzato nel grembo. 45 Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da
parte del Signore avrà compimento».
Ascoltiamo la Parola
Maria, dopo l’annunciazione, avrebbe potuto concentrarsi su sé stessa, sulle preoccupazioni e i
timori dovuti alla sua nuova condizione. Invece no, si fida totalmente di Dio. Pensa piuttosto a
Elisabetta. Si alza ed esce alla luce del sole, dove c’è vita e movimento. Malgrado l’annuncio
sconvolgente dell’angelo abbia provocato un “terremoto” nei suoi piani, non si lascia paralizzare,
perché dentro di lei c’è Gesù, potenza di risurrezione. Si alza e si mette in movimento, perché è
certa che i piani di Dio siano il miglior progetto possibile per la sua vita. Diventa immagine della
Chiesa in cammino, che esce e si mette al servizio, portatrice della Buona Novella. È la donna
pasquale, in uno stato permanente di esodo, di uscita da sé verso Dio e verso gli altri, i fratelli e le
sorelle, soprattutto quelli più bisognosi, come era la cugina Elisabetta.