Vangelo 7 gennaio

Giovanni 2,1-11
1 Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2 Fu invitato alle
nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3 Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù
gli disse: «Non hanno più vino». 4 E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora
giunta la mia ora». 5 La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». 6 Vi erano là sei giare di
pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. 7 E Gesù disse loro:
«Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. 8 Disse loro di nuovo: «Ora attingete e
portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. 9 E come ebbe assaggiato l’acqua
diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che
avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo 10 e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e,
quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino
buono». 11 Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i
suoi discepoli credettero in lui.

Ascoltiamo la Parola
In questa festa che simboleggia un po’ tutta la vita, si sta consumando la gioia e mentre tutti i
festeggiati sono intenti a vivere appieno quella grande festa, l’occhio di madre, di Maria, si accorge
che viene a mancare il vino, cioè viene a mancare quella motivazione di fondo, quella gioia, quelle
scorte di motivazioni per cui quella festa vale la pena. Come molto spesso capita anche dentro la
nostra vita, a un certo punto vengono a mancare le scorte di motivazioni e quelle grandi scelte che
abbiamo fatto si svuotano, diventano pesantissime, diventano quasi invivibili. Non è Gesù ad
accorgersi di questo, anzi forse se ne accorge ma il Vangelo sottolinea che è Maria, che è lo sguardo
di questa donna ad accorgersi di questa mancanza. E questa è una bellissima riflessione, amare
come Maria significa rendersi conto dei bisogni degli altri ancor prima che si trasformino in
tragedia. Ancor prima che venne a mancare tutto quello per cui le cose una volta rotte non possono
più mettersi insieme, quando vogliamo bene a qualcuno dobbiamo volergli bene così cioè
anticipando quelle che poi possono essere delle crisi irreversibili, cercare di vedere il bene degli
altri quando ancora quegli altri sono in tempo per poter cambiare la loro vita.

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