Marco 2, 18-22
18 I discepoli di Giovanni e i farisei erano soliti digiunare. Alcuni andarono da Gesù e gli dissero:
«Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano e i tuoi discepoli non
digiunano?» 19 Gesù disse loro: «Possono gli amici dello sposo digiunare, mentre lo sposo è con
loro? Finché hanno con sé lo sposo, non possono digiunare. 20 Ma verranno i giorni in cui lo sposo
sarà loro tolto; e allora, in quei giorni, digiuneranno. 21 Nessuno cuce un pezzo di stoffa nuova
sopra un vestito vecchio; altrimenti la toppa nuova porta via il vecchio, e lo strappo si fa
peggiore. 22 Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino fa scoppiare gli otri, e il
vino si perde insieme con gli otri; ma il vino nuovo va messo in otri nuovi».
Ascoltiamo la Parola
Gesù non sta mettendo in luce l’inutilità del passato di fronte al nuovo che avanza, anzi, ci sta
invitando a mettere le cose nella loro giusta prospettiva: di fronte a noi c’è la novità del Vangelo
che è unica e straordinaria e non può essere confusa pensando di poterla addomesticare
paragonandola a qualcosa che abbiamo già visto e sperimentato. Faremmo solo dei danni,
rischiando di lasciare che la vita si strappi o non raggiunga la giusta maturazione. Accogliere il
Signore nella nostra vita è l’unico modo che abbiamo perché il passato, anche se segnato dal
fallimento e dalla fatica, non vada perduto e trovi una giusta collocazione nel nostro oggi. Un
credente che non riesce a fare festa per la presenza di Dio nella propria vita, vuol dire che non lo ha
ancora incontrato davvero. Ma se crede di poterlo trovare camminando sempre e soltanto con la
testa rivolta all’indietro, sarà difficile che riesca a riconoscere colui che viene dal futuro per abitare
ogni tempo della nostra storia.