Carissimi sorelle e fratelli parrocchiani,
a partire da questo numero vorremmo cominciare a dare spazio all’evento del Sinodo, per conoscerlo, per pregarci e chiederci quale potrebbe essere il nostro apporto nel cammino di rinnovamento della Chiesa intera e di quella italiana.
Il Sinodo dei Vescovi, dal titolo “Per un Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”, si è aperto lo scorso 10 ottobre del 2021e tratterà appunto il tema stesso della sinodalità. Si presenta, nel suo svolgimento, con modalità e fasi inedite: non si tiene solo in Vaticano, ma in ciascuna Chiesa particolare dei cinque continenti. È la prima volta, nella storia di questa istituzione, che un Sinodo si svolge in modalità decentrata. Il processo sinodale segue un itinerario triennale articolato in tre fasi scandito dall’ascolto, dal discernimento e dalla consultazione. La prima tappa (ottobre 2021 – aprile 2022) è quella che riguarda le singole Chiese diocesane. La finalità della fase successiva, quella continentale (settembre 2022 – marzo 2023), è di dialogare sul testo del primo Instrumentum laboris. L’ultima fase del cammino sinodale è quella della Chiesa universale (ottobre 2023), quando sarà celebrata la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Seguirà, poi, la fase attuativa che coinvolgerà nuovamente le Chiese particolari. Il Sinodo dei Vescovi, quindi, prende le mosse adesso perché il Papa desidera che tutta la Chiesa partecipi a questa consultazione per riflettere sul senso della sinodalità, cioè il “camminare insieme”. La Chiesa, infatti, è qualcosa di vivo che cammina insieme. Parlare di sinodalità, dunque, significa parlare della modalità essenziale della Chiesa. Nel discorso tenuto ai fedeli della nostra diocesi lo scorso 18 settembre 2021, papa Francesco si è soffermato sul processo sinodale e ha sottolineato che “il tema della sinodalità non è il capitolo di un trattato di ecclesiologia, e tanto meno una moda, uno slogan o il nuovo termine da usare o strumentalizzare nei nostri incontri”. La sinodalità esprime “la natura della Chiesa, la sua forma, il suo stile, la sua missione”. Papa Francesco ricorda che “il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio… Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare è più che sentire… Il cammino sinodale inizia ascoltando il Popolo. E ascoltando i Pastori. Attraverso i Padri sinodali, i Vescovi agiscono come autentici custodi, interpreti e testimoni della fede di tutta la Chiesa”.
Il cammino sinodale, ricorda infine il Papa, “culmina nell’ascolto del Vescovo di Roma”. Il cammino sinodale intende rispondere a varie domande sulla vita e sulla missione della Chiesa. E in particolare, come si ricorda nel Vademecum pubblicato dalla Segreteria generale del Sinodo, ad un interrogativo di fondo: “Come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale) quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?”.
Domenica 6 Febbraio ricorre la 44° giornata nazionale per la vita, dal titolo “Custodire ogni vita”. Al centro del messaggio per questa giornata i vescovi italiani pongono l’importanza di “Custodire ogni vita” – come recita il titolo -, piccola o grande che sia. I vescovi ricordano come Papa Francesco offra san Giuseppe, nostro patrono, come modello da seguire per coloro che si impegnano a custodire la vita, esempio di presenza quotidiana, discreta e nascosta, ma allo stesso tempo guida e sostegno nei momenti di difficoltà. Durante la pandemia ci sono stati molti esempi di custodia della vita, ma anche innumerevoli situazioni di egoismo e indifferenza, che mostrano una distanza dal Vangelo. Ma la Giornata per la vita porta a guardare anche ad altri temi sensibili, come l’eutanasia e l’aborto, sottolineando che la posizione cristiana vuole identificare in ogni ambito l’importanza del preservare la vita, in ogni sua forma e sfaccettatura, abbandonando quelle concezioni nichiliste che non lasciano spazio alla compassione e alla carità. Il messaggio, riferendosi al quotidiano gesto di custodia della vita, conclude augurandosi che «le persone, le famiglie, le comunità e le istituzioni non si sottraggano a questo compito, imboccando ipocrite scorciatoie, ma si impegnino sempre più seriamente a custodire ogni vita. Potremo così affermare che la lezione della pandemia non sarà andata sprecata.».
Infine, Venerdì 11 Febbraio ci celebra la 30° Giornata mondiale dell’ammalato. Questa giornata vuole invitarci a rivolgere lo sguardo a tutte le persone provate e segnate dalla malattia, malate e tristi, a cui si rivolge la speciale promessa di amore e vicinanza di Dio. Che questa giornata possa aiutarci a crescere nella vicinanza e nel servizio alle persone inferme e alle loro famiglie. Nella nostra Basilica sarà celebrata la Santa Messa alle ore 16.00, con la possibilità di ricevere l’unzione degli infermi, sacramento che esprime la promessa che Dio cammina con noi anche sulle strade segnate da malattia, debolezza o infermità. Il Sacramento dà la sicurezza della vicinanza di Gesù non solo al malato, ma anche all’anziano: ogni anziano, ogni persona di più di 65 anni, può ricevere questo Sacramento, mediante il quale è Gesù stesso che ci avvicina.
Ringraziandovi di cuore, vi salutiamo cordialmente, augurandovi ogni bene.
Don Tommaso e i confratelli
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febbraio 2022