Vangelo 26 febbraio

Dal Vangelo di Marco (10, 13-16)

Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li
sgridavano. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i
bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro
appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio
come un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli fra le braccia e
ponendo le mani sopra di loro li benediceva.

Come vivere questa Parola?

Gesù non dice che il regno di Dio appartiene ai bambini ma a coloro che sono
“come loro”, che hanno la loro qualità di accoglienza e la loro franchezza,
quella dei piccoli, che non sanno nulla e sono bisognosi, confidando in Colui
che li lascia venire da lui. Se Dio viene a noi nascendo nella nostra umanità
come un bambino, Gesù sembra dire che solo così possiamo riceverlo: apre le
braccia a tutti i piccoli, a tutti i bambini di questo mondo. Gesù esulta di gioia
quando il Padre si rivela loro. (Lc 10,21)) Essi sono la gioia di Dio: “Gesù li
prese tra le sue braccia e li benedisse imponendo loro le mani”. “Lasciate che i
bambini vengano a me”: che il bambino che è in voi venga a me perchè il
regno di Dio è suo. Papa Giovanni XXIII ha scritto nel Diario dell’anima:”I suoi
più alti misteri, il Signore li rivela ai bambini e li tiene nascosti a coloro che si
spacciano per i sapienti di questo mondo”.

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