Vangelo 6 maggio

Dal Vangelo di Giovanni (6, 52-59)

52 Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui
darci la sua carne da mangiare?».  53 Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi
dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue,
non avete in voi la vita.  54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la
vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.  55 Perché la mia carne è vero
cibo e il mio sangue vera bevanda.  56 Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue rimane in me e io in lui.  57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me
e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.  58 Questo è
il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno». 59 Gesù disse queste cose, insegnando
nella sinagoga a Cafàrnao.


Come vivere questa Parola?

Dio Padre ha mandato il Figlio, come vero Pane di vita, e questo pane è la sua
carne, la sua vita, offerta in sacrificio per noi. Si tratta dunque di accoglierlo
con fede, non scandalizzandosi della sua umanità; e si tratta di “mangiare la
sua carne e bere il suo sangue”, per avere in noi stessi la pienezza della vita.
Spiegando l’immagine del pane, afferma di essere stato mandato ad offrire la
propria vita, e chi vuole seguirlo deve unirsi a Lui in modo personale e
profondo, partecipando al suo sacrificio di amore. Per questo Gesù istituirà
nell’ultima Cena il Sacramento dell’Eucaristia: perché i suoi discepoli possano
avere in se stessi la sua carità e, come un unico corpo unito a Lui, prolungare
nel mondo il suo mistero di salvezza.
Quei pani, spezzati per migliaia di persone, volevano preannunciare il sacrifico
della Croce, in cui Gesù diventa Pane, corpo e sangue offerti in espiazione.
Gesù dunque fece quel discorso per disilludere le folle e, soprattutto, per
provocare una decisione nei suoi discepoli. Infatti, molti tra questi, da allora,
non lo seguirono più. Lasciamoci anche noi nuovamente stupire dalle parole di
Cristo: Egli, chicco di grano gettato nei solchi della storia, è la primizia
dell’umanità nuova, liberata dalla corruzione del peccato e della morte. E
riscopriamo la bellezza del Sacramento dell’Eucaristia, che esprime tutta
l’umiltà e la santità di Dio: il suo farsi piccolo, Dio si fa piccolo, frammento
dell’universo per riconciliare tutti nel suo amore.

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