Vangelo 10 febbraio

Dal Vangelo di Marco (7, 31-37)
31 Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in
pieno territorio della Decàpoli.  32 Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la
mano.  33 Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli
toccò la lingua;  34 guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè:
«Apriti!».  35 E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava
correttamente.  36 E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo
proclamavano  37 e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i
muti!».

Ascoltiamo la Parola
In questo miracolo di guarigione, l’iniziativa non viene dallo stesso sordo. Sono altre persone che lo
portano a Gesù. Persone di buona volontà che «pregano Gesù di imporgli le mani». Forse potremmo
ricordare che molti eventi felici giungono a noi grazie alla gentilezza degli altri nei nostri confronti
e alle loro preghiere a nostro favore. Anche il mio Battesimo mi è stato “regalato” da altri che mi
hanno portato al fonte: lì le mie orecchie e la mia lingua furono benedette affinchè potessi ascoltare
la Parola di Dio e lodarlo. Chiedo al Signore di rinnovare il dono che ho ricevuto allora, ma che
forse non ho utilizzato.

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