Vangelo 15 marzo

Giovanni 7, 2.10.25-30
1  Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea,
perché i Giudei cercavano di ucciderlo. 2 Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle
Capanne.  10 Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma
quasi di nascosto.   25 Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che
cercano di uccidere?  26 Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse
riconosciuto davvero che egli è il Cristo?  27 Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando
verrà, nessuno saprà di dove sia».  28 Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi
mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è
veritiero, e voi non lo conoscete.  29 Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
30 Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora
giunta la sua ora.

Ascoltiamo la Parola
Via via che passano i giorni sentiamo una preoccupazione crescente in Gesù e nei discepoli, causata
da una certa confusione. Chi ascolta Gesù si fa domande, chi lo cerca si fa domande, nei discepoli
nascono dubbi. Forse è proprio perché al termine della sua vita Gesù ha mostrato cosa significa dire
che “Dio è amore”. La visione di messia che avevano gli antichi ebrei non combaciava con quella
che stava proponendo Gesù. Un salvatore ricercato con sempre maggior forza, pronto a soffrire per i
fratelli, fuggiasco, non sembra questo il Dio che salva. Accogliere l’incertezza (“voi non lo
conoscete”) significa aprirsi alla possibilità di una fede profonda, rischiosa e – per questo –
autentica. Nessuno può dare il “bollino di garanzia” sulle parole di Gesù, come se certificasse la
loro verità e la loro capacità di indirizzare la nostra vita. Dipende da noi. Dipende, cioè, da quanto
siamo disposti a scommettere sull’amore che accoglie tutti, perfino i nemici, e non smette di aprire
le braccia per abbracciare. Nemmeno se sono stese sulla croce.

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