Luca 21, 29-33
29 E disse loro una parabola: «Guardate il fico e tutte le piante; 30 quando già germogliano,
guardandoli capite da voi stessi che ormai l’estate è vicina. 31 Così pure, quando voi vedrete
accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 32 In verità vi dico: non passerà questa
generazione finché tutto ciò sia avvenuto. 33 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non
passeranno.
Ascoltiamo la Parola
Gesù, oggi, sarebbe un pessimo pubblicitario. Non dà mai adeguata ridondanza ai propri miracoli,
non vuole che si raccontino le sue guarigioni, incita a tacere sulla sua identità di Figlio di Dio… Ci
spiazza: «capite voi stessi». Le «cose» di cui parla, che indicano la vicinanza del «regno di Dio»,
sono quelle che il vangelo descrive qualche versetto prima: persecuzioni, ingiustizie, violenze…
Tutti fenomeni che il mondo, purtroppo, ha sempre visto durante la sua storia. Dunque, il regno di
Dio è sempre vicino. Da qui la nostra possibilità e responsabilità: siamo noi stessi a dover
comprendere e cogliere la presenza di Dio nel mondo. È «questa generazione», la nostra, non
un’altra, che è chiamata a donare se stessa e a crescere nella libertà d’amare. Il nostro Dio sarà
anche un pessimo pubblicitario, ma non è autoritario né asfissiante. Tutt’altro: vuole che siamo noi
a prendere in mano il mondo e, connessi al suo cuore, che lo custodiamo e lo facciamo fruttare e
crescere. Il nostro Dio si fida di noi.
Ci considera ben più preziosi di quanto, a volte, ci reputiamo noi stessi.