Carissimi/e fedeli,
Buon Anno! Un nuovo anno solare che inizia è sempre un motivo per guardare avanti
nel segno della gioia, della pace e della speranza.
Tre sono gli elementi che caratterizzano la nostra vita, tre le cose da chiedere
all’inizio di questo anno civile. Anzitutto la Chiesa ci ha proposto nella festa della
Maternità di Maria (lo scorso 1° Gennaio) il suo silenzio meditativo come modello:
davanti al mistero di ciò che le sta accadendo, davanti agli eventi complessi che si trova
ad affrontare, la Madre conserva tutto meditandolo nel proprio cuore, letteralmente
mettendo insieme i pezzi. Se dedichiamo del tempo alla preghiera e alla meditazione,
durante l’anno, troveremo il bandolo della matassa, scopriremo il senso della vita. E,
soprattutto, scopriremo che Dio ci sorride, come augurato splendidamente dalla
benedizione di Aronne che abbiamo ascoltato nella Prima Lettura della Messa del 1°
Gennaio. Qualunque cosa accada, di positivo o di negativo, l’essenziale, per noi, è
scoprire al di là e dentro gli eventi il volto sorridente di Dio che ci incoraggia e ci
rassicura. E questa consapevolezza di porta la pace profonda nel cuore, non solo
l’assenza di conflitto, ma una vita che, pacificata, diventa pacificante. Con questo
programma, la preghiera, il sorriso di Dio e la pace del cuore, possiamo iniziare con gioia
il tempo che ancora il Signore ci vorrà donare.
All’inizio di questo nuovo anno siamo invitati, poi, ad accogliere il messaggio che
il Papa, in occasione della 58° Giornata mondiale della pace, ha inviato a tutta la Chiesa e
al mondo, dal titolo “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace ”. Proprio la
speranza, che caratterizza anche l’Anno Giubilare, è il tema preponderante di questo 58°
Messaggio. Papa Francesco ci invita a guardare alle tante sfide che mettono a dura prova
la sopravvivenza dell’umanità e del Creato con il cuore colmo di speranza. Per fare ciò, è
necessario affidarsi alla misericordia di Dio. Confessandoci a Lui come debitori e
chiedendogli perdono ci riscopriremo tutti figli del Padre, e quindi tutti fratelli, uniti sul
sentiero della pace. Sicuramente anche noi abbiamo alcune persone da perdonare e altre
a cui chiedere perdono. Magari l’inizio dell’Anno Santo e del 2025 potrebbe essere
proprio sotto il segno difficile quanto profetico della riconciliazione, perché la Pace
possa rinascere dalle nostre relazioni sanate. Ognuno di noi pensi a qualche persona con
cui provare a vivere la riconciliazione.
Si celebrerà Domenica 26 gennaio 2025, nel contesto dell’Anno Giubilare, la
VI Domenica della Parola di Dio. E’ una iniziativa profondamente pastorale con cui
papa Francesco vuole far comprendere quanto sia importante nella vita quotidiana della
Chiesa e delle nostre comunità il riferimento alla Parola di Dio, una Parola non confinata in un libro, ma che resta sempre viva e si fa segno concreto e tangibile. Il motto scelto
dal Santo Padre per l’edizione del 2025, all’interno dell’Anno giubilare, è un versetto del
Salmo 119, «Spero nella tua Parola». Si tratta di un grido di speranza: l’uomo, nel
momento dell’angoscia, della tribolazione, del non-senso, grida a Dio e mette tutta la sua
speranza in lui.
Tra le iniziative, poi, di questo mese e tra quelle programmate nel piano pastorale
parrocchiale, vorrei evidenziare la 1° catechesi giubilare per gli operatori pastorali, i
genitori della catechesi e fedeli tutti. L’incontro è previsto per domenica 12, alle 11.30,
presso la Cappella dell’Oratorio. E’ una catechesi che ci vuole introdurre sul
significato di questo anno particolare e su come viverlo, perché possa essere realmente
un’occasione di incontro vivo con il Signore Gesù. Guiderà l’incontro Mons. Andrea
Lonardo, direttore dell’ufficio catechistico della Diocesi di Roma.
Vorrei, infine, condividere con voi, il mio grazie al Signore per 20 anni di vita
sacerdotale: infatti, il prossimo 29 Gennaio ricorre il 20° anniversario della mia
ordinazione sacerdotale. Ringrazierò il Signore con la celebrazione eucaristica di
mercoledì 29, alle 18.30, a cui vi invito con affetto. Vi chiedo fin da adesso di
accompagnarmi con la preghiera. Ne ho tanto bisogno! Sono contento di essere
sacerdote, ma sento di dover ogni giorno lottare per “convertirmi” sempre più al
modello di pastore che è Cristo, per essere meno inadeguato alla missione così grande
che Dio mi ha affidato.
Vi saluto cordialmente, augurandovi ancora buon ANNO!
don Tommaso
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