Vangelo 17 febbraio

Marco 8, 11-13
11 Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla
prova.  12 Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In
verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».  13 Li lasciò, risalì sulla barca e
partì per l’altra riva.

Ascoltiamo la Parola
Gli abitanti di Nazaret non negano la sapienza di Gesù, i suoi miracoli, la lucidità della sua
predicazione; anzi ne sono sorpresi. Ma ne contestano l’origine. “Da dove gli vengono queste
cose?” Ha fatto il carpentiere, è cresciuto tra noi, conosciamo sua madre e i suoi: come può venire
da Dio e arrogarsi il diritto di parlare così? Perciò, nonostante la meraviglia per una sapienza che
non si spiega da sé, essi non credono. Anzi la sua presenza diventa ostacolo a vivere la loro fede
(“motivo di scandalo”). Concludono: meglio non fidarsi di quest’uomo che propone novità
pericolose. È il destino di tutti i profeti. Cosa ci dice questo brano? Grazia e potenza di Gesù
possono agire solo se qualcuno accoglie con cuore aperto la sua proposta, e ci sta a seguirlo. Il
nostro cristianesimo è spesso fatto da alcune idee, da qualche pratica (magari la messa della
domenica), ma rimaniamo lontani dal vivere una fede concreta e convinta, un amore paziente e
verso tutti. Bisogna aprirsi al Gesù reale e non ridurlo a ciò che piace a noi.

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