Apriti – Gennaio

Carissimi sorelle e fratelli parrocchiani: buon Anno!

Un nuovo anno solare che inizia è sempre un motivo per guardare avanti nel segno della
pace e della speranza. L’augurio più bello che ci scambiamo è che possiamo guardare il mondo ed il tempo con gli occhi di Dio e aperti all’eterno. Un anno donato, per noi cristiani, è un anno in più consegnatoci per realizzare in noi il progetto del Regno di Dio.
Dio dice bene del tempo che ci dona, costruisce il bene dentro la nostra vita, ben sapendo
che l’uomo ha continuamente bisogno della sicurezza della Sua presenza dentro il suo
inquieto pellegrinare nella storia. Ecco perché la Chiesa celebra l’arrivo di un nuovo anno:
per offrirlo a questo Dio che, solo, può riempirlo di significato. Capodanno che per noi
cristiani è anche Festa di Maria, Madre di Dio. La Chiesa ci propone come modello per
tutto l’anno l’atteggiamento di Maria che, come ci ricorda il Vangelo, medita tutte le cose
successe nella nascita del figlio. Già: abbiamo bisogno di fermarci, durante l’anno, ogni
giorno, e lasciarci illuminare dalla Parola di Dio che ci salva per capire dove situare, come
interpretare e capire le cose che ci accadono. Proprio Domenica 23 Gennaio, III
Domenica del Tempo Ordinario, sarà celebrata la “Domenica della Parola di Dio”,
voluta da Papa Francesco: un’occasione per sottolineare la centralità della Sacra Scrittura
nella vita del cristiano e della Chiesa, partendo da una consapevolezza: che, come dice san
Girolamo, “l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”.

Che cosa ci riserverà allora l’anno appena iniziato? Non lo possiamo sapere. Non
conosciamo le sorprese belle o tristi che incontreremo, non il lamento, il dubbio, il sorriso.
Di una cosa siamo certi: il Signore ci sarà accanto. Possiamo andare lontano, prevedere
fatiche nuove, ma potremo affrontare ciò che verrà perché Dio “si curverà su di noi”, sarà
il nostro arco di cielo, la nostra luce. Non so cosa sarà di me, ma so che Dio sarà con me.
Curvo su di me perché non gli sfugga un solo sospiro, perché non vada perduto alcun
tremore. So che continuerà a benedirmi, anche attraverso il volto di sua madre: a Maria,
Madre di Dio e nostra, affidiamo questo nuovo anno e chiediamo il dono della fine della
pandemia per il mondo intero.

All’inizio del 2022 siamo invitati, poi, ad accogliere il messaggio che il Papa,
in occasione della 55° Giornata mondiale della pace, ha inviato a tutta la Chiesa e al
mondo, dal titolo: “Educazione, lavoro, dialogo tra le generazioni”. Nella conferenza stampa di
presentazione del messaggio, si è evidenziato come Papa Francesco indichi tre strade per la
costruzione della pace: il dialogo fra le generazioni, l’educazione e il lavoro. Il primo
strumento è la comunicazione sincera, feconda e generativa tra le vecchie e le nuove
generazioni. La saggezza di chi ha più esperienza deve servire a moderare i facili entusiasmi
di chi ne ha meno, così come la temerarietà dei più giovani deve servire di sprone a chi
tende a fermarsi sul “si è sempre fatto così”. Il secondo strumento è l’educazione, intesa
come insegnamento che genera cultura e assicura libertà e responsabilità. In questa ottica,
il messaggio insiste particolarmente sull’educazione verso una cultura della “cura”, intesa
come cura della casa comune e della famiglia comune. Ogni essere umano è chiamato a
prendersi cura del creato e dei fratelli e delle sorelle, come una vocazione personale, e per
questo gli devono essere assicurate le conoscenze e le competenze necessarie. L’ultimo
strumento è il lavoro, un altro tema centrale del magistero di Papa Francesco. Il lavoro è
molto di più di un mezzo per guadagnarsi da vivere: il lavoro è espressione della nostra
identità e dignità, della nostra vocazione sociale e relazionale, del nostro custodire e
coltivare la terra, con Dio e con gli altri.

Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro non sono gli unici strumenti per costruire una pace duratura, ma rappresentano senza dubbio un ottimo equipaggiamento per il viaggio che ancora ci aspetta.

Buon anno a tutti, che sia ricco di ogni bene.

Don Tommaso e i confratelli

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